In ambito odontoiatrico, la parestesia è una condizione caratterizzata da una ridotta o assente sensibilità in una specifica area della bocca, come il labbro inferiore, il mento o la lingua. Solitamente, si manifesta come una perdita delle sensazioni tattili, termiche, dolorifiche o di gusto nella zona interessata. La perdita di sensibilità può influire anche sulla masticazione, il linguaggio o il controllo della saliva.
In alcuni, è la conseguenza di una complicazione di un intervento odontoiatrico. La causa principale della parestesia è un danno alle terminazioni nervose, provocato dagli strumenti del dentista durante alcune procedure, come l’estrazione di un dente: è possibile che il nervo alveolare, che risiede nelle immediate vicinanze, venga lesionato. Può capitare anche che il liquido infiammatorio, che normalmente si sviluppa post-intervento, possa creare una compressione del nervo stesso.
Inoltre, la parestesia può essere provocata da alcuni disturbi non curati correttamente, come granulomi, cisti, raccolte di pus e ascessi.
Parestesia: bisogna preoccuparsi?
Una delle preoccupazioni più diffuse è la paura di un’eventuale paralisi permanente del labbro, ovvero la perdita della capacità motoria. I nervi coinvolti, però, sono costituiti prevalentemente da fibre sensoriali: il rischio di paralisi del labbro è praticamente inesistente. In altre parole: le parestesie del nervo alveolare non causano paralisi o spasmi.
Ecco perché la parestesia non deve necessariamente destare preoccupazione. Spesso si tratta di una condizione temporanea, che tende a risolversi da sola. Nella maggior parte dei casi, le lesioni nervose sono di natura lieve o moderata e il recupero avviene gradualmente nel corso delle settimane o dei mesi successivi all’intervento.
Tuttavia, ogni caso è unico: in alcuni casi, la parestesia può persistere per periodi più lunghi. Pertanto, è importante consultare un dentista, in modo da valutare il caso specifico e stabilire le opportune misure diagnostiche e terapeutiche.
Inoltre, nella maggior parte dei casi, è una condizione reversibile. Monitoraggio e cure appropriate, stabilite dal dentista, favoriscono il recupero delle funzioni nervose e riducono il rischio di complicanze a lungo termine.
La cura della parestesia dipende dalla causa sottostante e dalla gravità del danno nervoso. Uno dei trattamenti possibili è rappresentato dalla terapia farmacologica per il trattamento dei sintomi. Solo nei casi più complessi, può essere necessario un intervento chirurgico.
Parestesia: quali sono i principali fattori di rischio?
Le parestesie dentali si verificano a seguito di un trauma al sistema nervoso a seguito di un intervento odontoiatrico. Durante l’operazione, alcuni nervi, come quello alveolare o mandibolare, possono subire dei traumi di diversa entità, anche se è poco probabile che vengano tagliati o recisi.
L’estrazione dei denti del giudizio rappresenta una delle cause più comuni. La vicinanza delle radici dei denti al nervo alveolare aumenta il rischio di danneggiamento del nervo.
Altri fattori di rischio possono riguardare:
- Interventi di implantologia: durante l’inserimento degli impianti dentali, può verificarsi una compressione del nervo alveolare.
- Chirurgia maxillo-facciale: interventi chirurgici effettuati per trattare alcuni disturbi, come neoplasie o cisti.
- Trattamento endodontico: durante la pulizia dell’alveolo, piccoli frammenti ossei possono finire nel canale mandibolare e irritare le terminazioni nervose.